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Nucleare in Italia: La newco Enel-Ansaldo-Leonardo e la sfida dei mini-reattori SMR

L’Italia sta riaprendo il dibattito sul nucleare come soluzione alla crescente domanda energetica e all’instabilità dei prezzi dell’elettricità, strettamente legati al mercato del gas. In risposta a queste problematiche, il governo italiano ha annunciato l’intenzione di introdurre una legge delega e nominare un esperto per valutare la fattibilità del ritorno al nucleare. Tuttavia, il percorso verso una produzione stabile di energia nucleare è lungo e complesso, e non si prevedono effetti tangibili fino almeno al 2030.

La collaborazione tra Enel, Ansaldo e Leonardo

Per affrontare questa sfida, alcune delle principali aziende italiane operanti nel settore energetico e tecnologico – Enel, Ansaldo e Leonardo – hanno avviato negoziati per la creazione di una nuova società (NewCo) che si occuperà della valutazione delle tecnologie nucleari più avanzate. Non costruirà direttamente i reattori ma avrà il compito di individuare la tecnologia più adatta e di definire una filiera produttiva in Italia. Enel, in particolare, ha già esperienza nel settore nucleare grazie alla gestione di centrali in Spagna, America Latina e Slovacchia.

Il ruolo dei mini-reattori modulari SMR

Il focus della NewCo sarà sugli Small Modular Reactors (SMR), piccoli reattori modulari di terza generazione ritenuti più sicuri ed efficienti rispetto alle centrali nucleari tradizionali. Gli SMR hanno dimensioni ridotte – meno della metà di un campo da calcio – e vantano sistemi di raffreddamento automatici che riducono il rischio di incidenti. Questi reattori possono essere costruiti in fabbrica e poi trasportati e assemblati sul luogo di installazione, aprendo la possibilità di creare una filiera industriale locale e abbattendo i costi di produzione. L’obiettivo è evitare situazioni come quella del fotovoltaico, la cui produzione è quasi esclusivamente concentrata in Cina, rendendo l’Europa dipendente dall’importazione.

Le prospettive dei progetti SMR

A livello globale sono circa 80 i progetti di SMR in fase di sviluppo. Paesi come Francia, Regno Unito e Stati Uniti stanno sviluppando le proprie tecnologie per questo settore. In particolare, l’Italia potrebbe essere attratta dalla tecnologia sviluppata dalla statunitense Westinghouse, grazie alla sua maturità e ai costi competitivi. Altri sviluppatori, come la cinese ACP100 e la NuScale Power, offrono alternative interessanti. La scelta della tecnologia sarà tuttavia compito della nuova società guidata da Enel, che dovrà compiere approfondite valutazioni tecniche ed economiche.

La visione per l’Italia: 30-40 SMR e 40 miliardi di investimenti

In Italia, si prevede che per soddisfare la domanda energetica industriale potrebbero essere necessari tra 30 e 40 SMR, con un investimento stimato di circa 40 miliardi di euro. Ciascun SMR, con una potenza media di circa 300 megawatt e un costo di realizzazione di circa 1 miliardo di euro, rappresenta una soluzione per garantire un’alimentazione continua senza i limiti di intermittenza tipici delle rinnovabili. Sebbene i costi iniziali di costruzione siano più elevati rispetto agli impianti fotovoltaici su larga scala, la costanza di produzione degli SMR li rende più vantaggiosi nel lungo termine. Secondo le stime, gli SMR italiani potrebbero coprire fino al 10% del fabbisogno elettrico nazionale, rendendoli ideali per alimentare attività industriali energivore come data center e aziende manifatturiere.

Interesse delle Big Tech per i Data Center in Italia

Enel ha recentemente ricevuto circa 40 manifestazioni di interesse da colossi internazionali della tecnologia, come Google e Amazon, per la realizzazione di data center in Italia. Questi impianti, particolarmente esigenti in termini di stabilità energetica, potrebbero beneficiare della produzione costante e affidabile garantita dagli SMR. Enel ha già individuato siti potenzialmente idonei, come le centrali a carbone prossime alla chiusura e aree vicine alle principali stazioni ferroviarie.

Sguardo al futuro: AMR e fusioni nucleari

Accanto agli SMR, in Italia si sta esplorando anche il potenziale degli Advanced Modular Reactors (AMR), che utilizzano sistemi di raffreddamento al piombo e riducono la produzione di scorie nucleari. Nonostante la loro entrata in commercio richiederà almeno altri 15 anni, gli AMR potrebbero rappresentare un’ulteriore evoluzione nella sostenibilità del nucleare. Enel ha inoltre firmato un accordo con la start-up californiana TAE per esplorare le opportunità offerte dalla fusione nucleare. Sebbene questa tecnologia non sarà disponibile prima del 2050, il coinvolgimento di intelligenza artificiale e ingenti investimenti privati potrebbe accelerare la realizzazione di questa fonte di energia pulita e senza scorie.

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