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Voli europei in crescita, ma il clima paga il prezzo: servono regole più eque per le emissioni

Nel 2024 il traffico aereo europeo ha raggiunto livelli record, superando perfino quelli del periodo pre-pandemico. Con oltre 8,4 milioni di voli registrati e 187,6 milioni di tonnellate di CO₂ emesse, il settore dell’aviazione torna al centro del dibattito sulla sostenibilità, sollevando interrogativi cruciali sulle attuali politiche ambientali europee.

Un aumento preoccupante delle emissioni intra-europee

La crescita riguarda soprattutto i voli all’interno dell’Unione Europea, che hanno fatto segnare un +6% di emissioni rispetto al 2019. Le rotte intercontinentali, pur essendo ancora leggermente sotto i livelli pre-COVID, si stanno rapidamente riprendendo, trascinate dall’espansione delle compagnie low cost anche sulle tratte di lungo raggio. Non sorprende che la rotta più frequentata in partenza dall’Europa sia stata, nel 2024, Londra–New York.

Il vuoto normativo del sistema ETS

Questa impennata ha però messo in evidenza un vuoto normativo: i voli extraeuropei non sono coperti dai sistemi ETS (Emission Trading System) dell’Unione Europea, del Regno Unito o della Svizzera, e quindi non prevedono alcun costo per l’inquinamento prodotto. Secondo i dati di Transport & Environment, ben il 70% delle emissioni di CO₂ generate dal trasporto aereo nel 2024 non è stato soggetto a una tariffazione. Una situazione che mina la credibilità degli impegni climatici presi dal settore dopo la pandemia.

Critiche al settore e riforma in arrivo

Krisztina Hencz, Aviation Policy Manager di T&E, non ha usato mezzi termini: “Le emissioni stanno andando fuori controllo. E mentre il settore prometteva una ripresa verde, continua in realtà a eludere i costi reali del proprio impatto ambientale. Se l’Europa non cambia rotta, l’aviazione sostenibile resterà un’illusione.”

Una revisione del sistema ETS è prevista per il prossimo anno. L’obiettivo: includere nel mercato del carbonio europeo anche i voli in partenza verso destinazioni extra UE. Secondo le stime, l’estensione potrebbe generare fino a 7,5 miliardi di euro, risorse preziose per accelerare la transizione ecologica.

Il confronto con CORSIA e le pressioni del settore

Ma l’industria resiste. Diversi CEO di compagnie aeree hanno già fatto pressione su Bruxelles affinché si allentino le regole attuali, spingendo invece per l’adozione di CORSIA, il meccanismo di compensazione dell’ICAO. Una scelta che, secondo gli esperti, sarebbe meno efficace e rischierebbe di rallentare lo sviluppo di tecnologie realmente sostenibili.

Nel mezzo di questo scontro tra ambizione climatica e interessi economici, l’Europa si trova davanti a un bivio: rafforzare la propria leadership nella lotta al cambiamento climatico o cedere a soluzioni di compromesso che non riducono le emissioni, ma le nascondono. La revisione dell’ETS sarà il banco di prova.

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