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Bernard Fontana alla guida di EDF: un insediamento sotto alta tensione

Bernard Fontana ha assunto ufficialmente la guida di EDF lunedì 5 maggio. A 64 anni, l’ex amministratore delegato di Framatome succede a Luc Rémont alla guida del gruppo pubblico, con un programma di lavoro tanto fitto quanto impegnativo. Rilanciare la produzione nucleare, concludere nuovi accordi con le industrie ad alto consumo energetico, contenere i costi dei futuri EPR o ancora placare le tensioni con Bruxelles sull’energia idroelettrica: le sfide sono numerose. Senza dimenticare il peso schiacciante del debito, che supera i 54 miliardi di euro.

Rilanciare la produzione nucleare

Durante l’audizione davanti alle commissioni parlamentari alla fine di aprile, Fontana ha mostrato una determinazione incrollabile. La sua priorità? Riportare la produzione nucleare francese a livelli conformi agli standard internazionali. Dopo le difficoltà legate alla corrosione nel 2022, EDF è progressivamente risalita a 362 TWh nel 2024, con un obiettivo compreso tra 350 e 370 TWh per i prossimi tre anni. L’ambizione dichiarata: raggiungere 400 TWh nel 2030, una soglia dimenticata dal 2015.

Concludere nuovi contratti industriali

Forte del suo passato nell’industria pesante, Bernard Fontana dovrà anche riallacciare il dialogo con i grandi clienti industriali. La fine annunciata del meccanismo di vendita dell’elettricità a prezzo regolamentato, a partire dal 1° gennaio 2026, impone nuove regole del gioco. Si tratterà di conciliare redditività e competitività, due esigenze che lo stesso azionista statale fatica a conciliare.

Avvio del programma per i nuovi EPR

Sul fronte del nuovo nucleare, il CEO di EDF dovrà dare concretezza agli annunci presidenziali: sei nuovi EPR da costruire, con la possibilità di altri otto. Un programma colossale, stimato in 67 miliardi di euro per i primi sei reattori. Ma non è stato ancora presentato alcun preventivo e la decisione finale di investimento si fa attendere. A questo ritmo, la prima messa in servizio, inizialmente prevista per il 2035, potrebbe slittare al 2038.

Reinvestire nell’idroelettrico

L’energia idroelettrica, sfida strategica in un mix a basse emissioni di carbonio, rimane invece prigioniera di un antico braccio di ferro con Bruxelles sull’apertura alla concorrenza. Fontana afferma di voler rilanciare gli investimenti in questo settore chiave, mantenendo il controllo industriale di EDF. Dovrà inoltre portare a termine i progetti eolici offshore già assegnati al gruppo, in un settore ancora agli albori in Francia.

Affrontare il peso del debito

Con un indebitamento ancora vertiginoso, EDF dovrà compiere scelte di investimento drastiche. Fontana promette una migliore efficienza operativa, una priorizzazione rigorosa dei progetti e soluzioni di finanziamento condiviso con lo Stato. Alla fine del 2024, il debito netto del gruppo superava i 54 miliardi di euro. Un percorso che dovrebbe proseguire con il nuovo programma nucleare.

Per il nuovo dirigente di EDF inizia quindi un mandato di alto livello, con una costante esigenza di performance, rigore di bilancio e negoziazione. Una sfida all’altezza di un gruppo che da quasi 80 anni incarna l’ambizione energetica francese.

 

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