Le logiche della diplomazia, che sono state messe da parte in questi ultimi anni in molti scenari, sembrano riprendere fiato in questi ultimi giorni. Allo stesso modo, a livello globale, è stata la resistenza di vari settori economici a fare da freno alla logica dei dazi che la nuova amministrazione USA sta cercando di imporre. Alla strategia della chiusura e dello scontro sembra quindi contrapporsi di nuovo quella del dialogo e dell’apertura, pur nell’indebolimento degli schemi di quella che abbiamo chiamato “globalizzazione”.
In ogni caso, anche se gli orizzonti, come tutti ci auguriamo, potrebbero rasserenarsi, i prossimi mesi ci porteranno molti confronti in cui sarà necessario per l’Europa assumere una posizione forte e credibile, soprattutto a livello di Difesa comune, e delle problematiche legate all’approvvigionamento energetico, anche in vista delle esigenze del proprio sviluppo industriale.
All’interno del quadro europeo si articolano una serie di alleanze ed intese che dovranno essere alla base di queste politiche, innanzitutto quella franco-tedesca regolata dal Trattato di Aquisgrana, ma anche quella italo-francese che si svolge nel quadro del Trattato del Quirinale e di cui parliamo spesso. La collaborazione esistente tra le organizzazioni industriali di Francia, Germania ed Italia crea il tessuto connettivo attraverso il quale sviluppare le relative politiche, ed i motivi economici che, uniti alle secolari relazioni culturali, le rendono solide.
I settori nei quali il bilateralismo tra Italia e Francia appare più promettente per la creazione di un’Europa sovrana ed indipendente sono sicuramente quello aerospaziale, dove i due paesi possono vantare una leadership indiscussa, quello navale, dove devono esser risolti alcuni problemi, e quello energetico, legato in particolare allo sviluppo del nuovo nucleare e di soluzioni legate al biogas.
Si tratta di ambiti su cui il Trattato del Quirinale fornisce indicazioni chiare sulle modalità di collaborazione a livello istituzionale, come pure sulla necessità di una vera e propria sinergia strutturale, che riguardi i settori della ricerca e dello sviluppo e le relazioni tra università e centri di ricerca dei due paesi, e che possa ricadere sui processi di Open Innovation dell’intero sistema produttivo.
Il Board Innovation Francia-Italia di IREFI lavora esattamente in questa direzione, riunendo compagnie di alto livello italiane e francesi, in un programma di attività che prevede la creazione e lo sviluppo di un ecosistema comune dell’innovazione, dedicato alle start up ed alle rispettive associazioni di settore, pensato in prospettiva europea ma incardinato attorno a centri di ricerca, incubatori ed acceleratori situati nel territorio dei nostri due paesi.
Il ticket Francia–Italia è sicuramente molto attrattivo a livello globale. Sta al sistema istituzionale dei due paesi raccogliere le indicazioni che il tessuto economico e civile propone, che ci parlano di una volontà di collaborazione e di una vicinanza che non è solo geografica, e mettere in atto quello che il Trattato del Quirinale sancisce.
Fabrizio Maria Romano, Presidente IREFI
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