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La BEI concede 800 milioni di euro a Edison per accelerare la transizione energetica

La Banca europea per gli investimenti ha ufficializzato un finanziamento fino a 800 milioni di euro per sostenere la trasformazione di Edison verso un modello energetico a basse emissioni di carbonio. Il primo intervento, un prestito di 200 milioni, è stato firmato durante un incontro tra la vicepresidente della BEI, Elisabetta Gualmini, e l’amministratore delegato di Edison, Nicola Monti. Questo accordo si inserisce nella politica della banca volta a finanziare gli attori impegnati in progetti allineati agli obiettivi europei di neutralità climatica e alle priorità del piano REPowerEU.

I fondi serviranno a sviluppare diversi assi strategici del gruppo italiano: aumento della capacità di produzione di energia rinnovabile, ottimizzazione dell’efficienza energetica e modernizzazione dei servizi di illuminazione pubblica su tutto il territorio. Data la loro natura fortemente orientata alla decarbonizzazione, questi progetti beneficiano delle condizioni rafforzate della BEI, che può finanziare fino al 75% del costo totale degli investimenti, superando così la soglia abituale del 50%. Questa flessibilità, riservata ai programmi considerati prioritari, costituisce per Edison un leva finanziaria decisiva per accelerare il proprio percorso.

Il sostegno europeo arriva in un contesto di investimenti sostenuti da parte del gruppo. Tra il 2023 e il 2024, Edison ha destinato 1,2 miliardi di euro allo sviluppo delle energie rinnovabili, alle infrastrutture di flessibilità della rete e ai gas « verdi », principalmente idrogeno e biometano. L’azienda ambisce a far sì che questi segmenti rappresentino circa il 70% del suo EBITDA entro il 2030, segnando un cambiamento profondo nella struttura industriale e nel modo di concepire la produzione e distribuzione di energia in Italia.

Questo partenariato finanziario conferma anche la volontà dell’Unione europea di stimolare una reale sovranità energetica nel continente, garantendo investimenti massicci e consolidando una filiera industriale verde. Per l’Italia, è un segnale forte: il paese diventa uno dei territori in cui la transizione energetica riceve un sostegno finanziario strutturato e duraturo, favorendo la costruzione di un sistema energetico più stabile, meno dipendente dalle fonti fossili e compatibile con gli impegni climatici fissati al 2030 e oltre.