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La lunga strada

Editoriale di febbraio 2025

I nodi legati al cambio di presidenza negli USA sembrano essere subito arrivati al pettine, e l’Europa si trova di fronte ad una serie di problematiche di non facile soluzione, che richiedono una grande capacità di visione per trovare delle strade percorribili.

Rimane la difficoltà di trovare un medio comune denominatore in molti campi. In primo luogo nel rapporto con l’economia americana e le sue nuove strategie, in secondo luogo all’interno stesso del campo europeo dove la tendenza è sempre quella di privilegiare gli interessi nazionali piuttosto che guardare con la lente di quelli europei.

In questo senso il vertice sull’Intelligenza Artificiale, tenutosi a Parigi il 10 ed 11 febbraio, ha riproposto una serie di difficoltà di approccio comune, che ha portato ad un documento finale pieno di buone intenzioni ma ancora lontano da una visione condivisa tra i principali attori, soprattutto nella logica di un’azione europea coordinata su temi così strategici e delicati, e per molti versi anche pericolosi.

Le perplessità sono anche maggiori se si parla del tema della difesa comune europea che l’azione diplomatica americana nei confronti della questione russo-ucraina ha messo all’ordine del giorno. In questo campo le esigenze di una reale interoperabilità tra le forze della difesa comune, e di un’azione finanziaria tesa alla loro implementazione ed ammodernamento evitando sprechi ed impieghi inutili, pongono sfide che possono essere risolte solo con una strategia realmente comune e di medio-lungo termine.

Forse sarebbe il caso di rendersi conto che su molti campi l’Europa è rimasta indietro e che, con sano realismo, invece di andare ad una rincorsa affannata, sia opportuno fermarsi e riorganizzare le fila, fidando in una capacità tecnologica ed industriale che rimane comunque di primo ordine. Tutto questo non porterebbe a nulla se non si dovesse mettere mano anche ad un’azione di alleggerimento di vincoli e appesantimenti burocratici, che sono il portato dei vecchi interessi nazionali.

Continuiamo a pensare che Italia e Francia possano in questo senso fare un ottimo lavoro comune, e iniziare su un livello bilaterale una buona parte del lavoro necessario. Un segnale sarebbe quello di agire a livello UE in modo comune e coordinato su alcuni temi, segnalati già all’interno del Trattato del Quirinale, come Infrastrutture dei Trasporti, Energia, Difesa ed Aerospazio e, soprattutto, Innovazione, creando sinergie solide ed in grado di rafforzare campioni europei, ed in alcuni casi anche di crearli.

La crisi presenta sempre delle opportunità, ed è giunto il tempo di cambiare l’approccio se si vuole sul serio che l’Europa sia un’entità capace di giocare sul tavolo globale delle nuove tecnologie, e se si vuole sul serio farla uscire dal XX Secolo per farla entrare nel XXI. Gli altri lo hanno già fatto, e non ci aspetteranno.

Fabrizio Maria Romano, Presidente IREFI

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