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Startup e innovazione in Italia: il paradosso di un ecosistema che fatica a crescere

Dai dati dello Startup Nations Standard Report 2024 alle proposte di Giorgio Ciron (InnovUp) per rilanciare il sistema italiano.

L’Italia si trova in una posizione ambivalente nel panorama europeo dell’innovazione. Lo rivela lo Startup Nations Standard Report 2024, pubblicato dall’Europe Startup Nations Alliance (ESNA), che analizza l’adozione di politiche pro-startup in 24 Paesi europei. Secondo il rapporto, l’Europa ha raggiunto un livello medio di implementazione del 61%, con buoni risultati su finanziamenti, digitalizzazione e attrazione dei talenti. Ma l’Italia, pur presentando alcuni punti di forza, resta in difficoltà.

A commentare i dati, in un’intervista rilasciata a StartupItalia, è Giorgio Ciron, direttore di InnovUp (associazione che rappresenta l’ecosistema italiano dell’innovazione) referente italiano per ESNA.

In Italia esiste un paradosso: abbiamo una delle migliori normative in Europa per le startup, eppure l’ecosistema stenta a decollare“, ha affermato Giorgio Ciron.

Norme buone, risultati scarsi

Il report evidenzia risultati altalenanti per l’Italia. Bene su digitalizzazione dei servizi pubblici (71%), accesso ai finanziamenti (67%) e stock option per i dipendenti (92%). Male su creazione di nuove startup (15%), accesso agli appalti pubblici (21%) e attrattività dei talenti internazionali (48%).

Un problema centrale riguarda la costituzione delle startup: fino al 2020 era possibile avviarle online e a basso costo, ma una serie di sentenze ha cancellato questa possibilità. Oggi il processo è più lungo e costoso, con spese comprese tra 250 e 2.500 euro, nonostante le indicazioni della Commissione europea a favore della costituzione digitale.

Un buon impianto normativo, ma manca una visione strategica

La legge italiana del 2012 sulle startup viene considerata tra le più lungimiranti d’Europa. Ciron ha sottolineato che la Spagna si è ispirata proprio a quel modello con la sua Ley de Startups del 2022. Ma il nodo è nella traduzione normativa in risultati concreti:

Il problema oggi è che non riusciamo a tradurre le buone norme in una crescita effettiva dell’ecosistema“.

Nel 2024, l’ecosistema italiano è cresciuto del 30% in termini di finanziamenti raccolti, a fronte di una media europea in calo del 9%. Tuttavia, l’investimento pro capite resta molto basso: solo 114 euro, contro i 280 della Spagna, i 580 della Germania e i 770 della Francia.

Cosa manca all’Italia?

Secondo il direttore di InnovUp, mancano tre elementi fondamentali:

  • Consentire ai fondi pensione e alle casse di previdenza di investire nel venture capital.
  • Rafforzare gli investimenti seed, essenziali nelle fasi iniziali di sviluppo.
  • Attrarre investitori internazionali, oggi ancora poco presenti in Italia.

Per quanto riguarda i talenti, Giorgio Ciron evidenzia la necessitĂ  di agire su piĂą fronti: stipendi stagnanti, alto costo della vita, scarsa formazione STEM e difficoltĂ  burocratiche legate ai visti per lavoratori qualificati. Lo Startup Visa, ad esempio, risulta poco accessibile e limitato solo ai fondatori di imprese.

Serve un Testo Unico per le startup

Tra le proposte piĂą urgenti, il direttore di InnovUp richiama la necessitĂ  di una semplificazione normativa:

Occorre creare un Testo Unico per le startup, riorganizzando la normativa che si è stratificata negli anni. Serve chiarezza per chi vuole fare impresa“.

InnovUp sta inoltre lavorando con la Commissione europea alla proposta di un “28° regime”, un quadro giuridico comune per le startup europee che semplifichi e armonizzi le regole a livello comunitario.

I modelli da seguire e le prioritĂ  per il futuro

La Francia viene indicata come modello virtuoso, grazie a una strategia nazionale ben definita che riconosce le startup come motore di occupazione, sostenibilitĂ  e sviluppo economico. PiĂą che singole misure, secondo Ciron, serve una visione di lungo periodo:

Non servono solo norme, serve un governo – qualsiasi sia il colore politico – che creda davvero nell’ecosistema startup“.

Le prioritĂ  secondo gli imprenditori

Le richieste piĂą sentite dalle startup italiane, secondo InnovUp, sono:

  • Smart Money nelle fasi giuste, in particolare per investimenti tra 1 e 3 milioni di euro.
  • Maggiore collaborazione con le corporate, ancora troppo distanti dal mondo startup.
  • Azioni per colmare il mismatch tra domanda e offerta di competenze.

Giorgio Ciron lancia tre appelli:

  • Al governo: definire una strategia chiara con le startup al centro della crescita.
  • A CDP Venture Capital: promuovere nuovi fondi per colmare il vuoto nel segmento seed.
  • Al Ministero delle Imprese e del Made in Italy: introdurre un Testo Unico per le startup e semplificare la normativa esistente.

«La teoria la conosciamo. Ora è il momento di metterla in pratica», ha concluso.

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