Lo scorso aprile, Airbus, Thales e Leonardo si sono recati a Bruxelles per un incontro riservato con Teresa Ribera, commissaria europea per la Concorrenza. Un incontro discreto ma strategico, il cui oggetto non era affatto un mistero: i tre industriali europei sono venuti a difendere il loro progetto di avvicinamento delle loro attività spaziali all’interno di una società comune.
Da allora sono trapelate poche informazioni, ma le discussioni continuano dietro le quinte. L’obiettivo rimane invariato: costruire un attore europeo in grado di tenere testa ai colossi americani come SpaceX e Amazon, che dominano il mercato con le loro costellazioni di satelliti Starlink e Kuiper.
Un consolidamento europeo sul tavolo dalla primavera
In aprile, i tre gruppi hanno presentato ufficialmente alla Commissione europea un progetto preliminare di consolidamento industriale. Secondo informazioni provenienti da diverse fonti vicine al dossier, la futura entità sarebbe detenuta in parti uguali da Airbus, Thales e Leonardo, secondo uno schema di governance ispirato a quello di MBDA, il missilista europeo.
La creazione di questa impresa potrebbe avvenire alla fine del 2026, se riuscirà a superare le fasi normative, tra cui quella cruciale della valutazione da parte delle autorità della concorrenza. Ad oggi, Bruxelles non ha ancora preso alcuna decisione, ma la questione della sovranità spaziale per l’Europa potrebbe giocare a favore del progetto.
Un contesto economico teso nel settore spaziale
Questa fusione industriale arriva in un momento in cui la situazione economica rimane delicata per le attività spaziali europee. Airbus ha dovuto registrare un onere straordinario di 1,3 miliardi di euro nei suoi conti 2024, a causa delle difficoltà incontrate dalla sua divisione spaziale. Il gruppo ha anche lanciato un piano di taglio di 2.000 posti di lavoro nella sua divisione difesa e spazio, con scadenza metà 2026.
Thales, dal canto suo, aveva già annunciato nel 2023 la ridistribuzione di 1.300 posti di lavoro presso Thales Alenia Space,
la sua joint venture con Leonardo, al fine di adeguare le proprie capacità alla realtà del mercato.
Tra sostegno politico e incertezza normativa
Da tre mesi, il progetto gode del sostegno discreto di diversi Stati membri, consapevoli che l’Europa non può più restare indietro nella corsa allo spazio. Il contesto geopolitico e l’ascesa dei programmi militari e civili statunitensi rafforzano l’idea che sia necessario un campione industriale europeo.
Ma gli ostacoli rimangono numerosi. All’interno della stessa UE, la questione del rispetto delle regole della concorrenza è oggetto di dibattito. Se alcuni, come la banca americana Jefferies, prevedevano una forte opposizione da parte di Bruxelles, il cambiamento di dottrina sulle questioni di difesa potrebbe aprire una strada più favorevole.
Un progetto ancora embrionale
Tre mesi dopo i primi scambi, non è stata annunciata alcuna conferma formale e i tre gruppi mantengono il riserbo. Contattati dalla stampa, Airbus e Thales non hanno voluto commentare lo stato delle discussioni. La strada verso la creazione di un “Airbus dello spazio” europeo rimane lunga e irta di incertezze. Altri attori, come la tedesca OHB System, potrebbero ancora entrare nel dibattito.
Per il momento, Bruxelles tiene le carte in mano. Ma una cosa è certa: l’idea di costruire un campione europeo dello spazio è uscita dal regno delle fantasie per entrare in quello dei negoziati concreti.
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