Un progetto di consolidamento che punta in alto
L’iniziativa, sostenuta dai governi di Italia e Francia, rappresenta il primo passo formale verso una potenziale fusione dei principali attori europei nel settore satellitare. La nuova societĂ , in cui ciascuna delle tre aziende dovrebbe detenere un terzo delle quote, ambisce a diventare un “campione europeo” capace di competere a livello globale con i colossi statunitensi, a partire da Starlink di SpaceX.
Non è una mossa inattesa: da tempo Leonardo, Thales e Airbus discutevano un’alleanza più stretta nel comparto spaziale. Leonardo e Thales collaborano già nelle joint venture Thales Alenia Space e Telespazio, mentre Airbus è da anni un punto di riferimento per la produzione di satelliti.
Una risposta alle difficoltĂ del settore
Il contesto in cui nasce questa iniziativa è tutt’altro che semplice. Thales Alenia Space ha chiuso il 2023 con risultati negativi, risentendo della crisi dei satelliti geostazionari, che ha comportato anche un ridimensionamento del personale, soprattutto in Francia. Airbus, dal canto suo, ha annunciato tagli fino a 2.500 posti nella sua divisione Defence and Space. In entrambi i casi, pesa anche la crescente pressione competitiva da parte degli operatori privati e delle costellazioni satellitari a bassa orbita.
Il passaggio decisivo: Bruxelles
Ora la palla passa alla Commissione europea. I colloqui avviati con l’esecutivo Ue sono ancora in fase iniziale, ma rappresentano un banco di prova per la nuova strategia industriale dell’Unione. Come sottolinea La Tribune, l’esito dell’operazione dipenderà in larga misura dalla posizione dell’antitrust europeo. In particolare, resta da vedere come la nuova commissaria alla concorrenza Teresa Ribera bilancerà le ambizioni industriali dell’Europa con le tradizionali regole del libero mercato.
Lo scenario competitivo e le incognite
Tra i potenziali ostacoli figura anche la tedesca OHB, azienda attiva nel settore spaziale, che potrebbe sollevare obiezioni su una possibile concentrazione eccessiva di potere nelle mani dei due principali produttori europei di satelliti.
Tuttavia, l’attuale clima politico sembra favorevole a iniziative che rafforzino l’autonomia strategica dell’Europa. Come ha dichiarato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen al Forum di Davos: “La scala continentale è la nostra risorsa più forte in un mondo dominato dai giganti”.
Uno sguardo al futuro
Il cosiddetto “Project Bromo” – il cui nome richiama un vulcano indonesiano – punta dunque a dare all’Europa una piattaforma industriale spaziale integrata, sull’esempio del successo ottenuto da MBDA nel campo dei missili. Se realizzato, il progetto potrebbe rivoluzionare il panorama spaziale europeo, offrendo al continente un nuovo strumento per affrontare le sfide del futuro nello spazio.
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